Consuntivo campagna olearia 2019/2020

A frantoi oleari ormai praticamente chiusi, ISMEA stima la produzione italiana di olio di oliva pari a 365.000 tonnellate, il 110% in più rispetto alla scorsa campagna olearia e il 13,7% in più rispetto a quanto era stato preventivato nel corso della presente campagna.

Produzione italiana di olio di oliva di pressione (tonnellate)

Fonte: ISMEA su dati ISTAT fino al 2013; dal 2014 ISMEA su dati AGEA; *2019 Stima Ismea
Fonte: ISMEA su dati ISTAT fino al 2013; dal 2014 ISMEA su dati AGEA; *2019 Stima Ismea

L’aumento di produzione si è concentrato praticamente nelle regioni del sud Italia che sono anche quelle a maggior produzione: Puglia (+185,5%), Calabria (+283,7%), Sicilia (+89,8%), mentre al centro e al nord Italia si sono registrate riduzioni anche considerevoli.

Produzione italiana di olio di oliva di pressione (tonnellate) – ripartizione per regioni

Fonte: Ismea su dati Agea dichiarazioni di produzione dei frantoi; *2019 stima Ismea al 15 marzo 2020
  2019* Var. % 19/18
 Piemonte                       3 -88,0%
 Lombardia                   123 -91,7%
 Trentino Alto Adige                     10 -98,0%
 Veneto                   321 -91,2%
 Friuli Venezia Giulia                     90 -42,0%
 Liguria               1.488 -71,6%
 Emilia Romagna                   785 -37,6%
 Toscana               9.930 -52,2%
 Umbria               3.825 -40,2%
 Marche               2.424 9,2%
 Lazio             10.851 24,1%
 Abruzzo               8.936 25,0%
 Molise               2.877 20,3%
 Campania             15.536 129,3%
 Puglia           208.755 185,5%
 Basilicata               6.451 412,0%
 Calabria             53.758 283,7%
 Sicilia             34.373 89,8%
 Sardegna               4.375 163,4%
  ITALIA                           364.910   108,6%

Fonte: Ismea su dati Agea dichiarazioni di produzione dei frantoi; *2019 stima Ismea al 15 marzo 2020

A Livello mondiale la produzione complessiva stimata risulta inferiore allo scorso anno del 5,0% circa, soprattutto a causa del calo produttivo in Spagna che, secondo le stime di Madrid, dovrebbe attestarsi su 1.160.000 tonnellate (-35% rispetto alla campagna precedente).

Produzione mondiale di olio di oliva di pressione (migliaia di tonnellate)

Fonte: ISMEA su dati COI e altre fonti
Fonte: ISMEA su dati COI e altre fonti

Sul fronte prezzi il robusto riporto della produzione spagnola 2018/2019 ha pesantemente condizionato i listini già a partire dai listini di fine estate. In considerazione della buona campagna nel sud Italia anche il prezzo dell’olio italiano ha subito pesanti ridimensionamenti rispetto alle quotazioni che avevano caratterizzato l’annata di scarica 2018/2019.

Prezzi internazionali dell’olio extravergine (euro/chilo)

Fonte: ISMEA, prezzi alla produzione, Iva esclusa, franco partenza produttori
Fonte: ISMEA, prezzi alla produzione, Iva esclusa, franco partenza produttori

Citiamo di seguito la pubblicazione ISMEA

“Ismea stima in circa 365 mila tonnellate la produzione nazionale di olio di oliva del 2019, più del doppio della scarsissima annata 2018. Una buona annata, ma lontana dall’essere considerata abbondante. Solo osservando le campagne più recenti, la produzione ha superato le 400 mila tonnellate nel 2015 e nel 2017. I risultati produttivi dividono perfettamente in due la Penisola: al Nord ci sono delle riduzioni importanti che in alcuni casi hanno portato quasi all’azzeramento dei volumi, mentre gli incrementi sono tutti concentrati nelle regioni del Sud, alcune delle quali hanno raddoppiato o triplicato gli scarsi volumi della campagna scorsa. 

A livello mondiale, però, il dato produttivo di questa campagna sembrerebbe inferiore alla precedente (-5%), risultato di due situazioni contrapposte nella Ue e fuori dai confini comunitari. Il peso maggiore è chiaramente quello della Ue a seguito di una flessione piuttosto considerevole della Spagna che, secondo le ultime stime di Madrid, dovrebbe avere una produzione di 1,16 milioni di tonnellate, ben il 35% in meno su base annua. In crescita, invece, la produzione della Grecia sebbene con un tasso di incremento inferiore a quanto ci si aspettasse ad inizio raccolta. A crescere sono anche altri produttori “terzi” in primo luogo la Tunisia che con 300 mila tonnellate segna un +150% rispetto allo scorso anno e la Turchia (+36%).

La minor disponibilità a livello mondiale non è comunque servita a far risalire i listini. Il motivo è da ricercare nelle abbondanti scorte di inizio campagna, soprattutto in Spagna, che hanno più che compensato la mancata produzione lasciando così i listini internazionali in fase flessiva. Questo ha trascinato verso il basso anche i listini italiani che nella campagna scorsa, a causa della peggior produzione degli ultimi decenni, avevano visto un periodo espansivo fino all’inizio della primavera”