L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, il Piano strategico di Sviluppo Sostenibile del Green Deal europeo e la conseguente strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente hanno avuto il pregio di mettere il tema della sostenibilità – declinata nelle 3 macro aree: ambientale, sociale ed economica – al centro del dibattito politico ed economico: un obiettivo ambizioso che impone cambiamenti radicali a tutti i livelli!
Nel settore agroalimentare la sfida è quello di coniugare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica dei soggetti coinvolti nelle varie filiere, il tutto nel rispetto di standard qualitativi elevati.
Nella filiera olivicolo olearia il tema della qualità è da tempo il focus delle attenzioni degli operatori: sia sotto il profilo analitico, organolettico, nutrizionale ma anche in termini di sicurezza alimentare, tranciabilità e, per i prodotti di nicchia, di legame con il territorio.
Per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e della salubrità del prodotto, il diffondersi in olivicoltura di tecniche colturali “da agricoltura biologica” ha rappresentato un passo in avanti importante ma molto deve essere ancora fatto per raggiungere il traguardo di una piena sostenibilità. Oltre all’abolizione dei prodotti chimici di sintesi per la concimazione e la difesa fitosanitaria, molti sono i punti critici della fase agricola che vanno ancora risolti: dal razionale utilizzo delle risorse idriche, al recupero dei sottoprodotti al corretto impiego di mezzi e macchinari.
Sotto il profilo economico, considerata la sempre maggior sensibilità dei consumatori al rispetto dell’ambiente e al problema dei cambiamenti climatici, la scelta di soluzioni più sostenibili nella filiera olivicolo olearia dovrebbe tradursi in un valore aggiunto per il prodotto, a condizione che lo si possa indicare in etichetta. A questo riguardo è essenziale che vengano uniformate, a livello UE, le prescrizioni da rispettare per l’ottenimento della Certificato di Sostenibilità Ambientale da parte degli operatori della filiera olivicolo olearia.
Sempre sotto il profilo della sostenibilità economica è molto incoraggiante quanto emerso da recenti studi circa la capacità di un oliveto (soprattutto nel caso di colture intensive) di trattenere biomasse e quindi carbonio riducendo in tal modo le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Come già avviene per le foreste anche in olivicoltura la riduzione dell’impronta di carbonio (indicatore ambientale che misura l’impatto delle attività umane sull’ambiente) garantirebbe ai produttori dei “crediti di sostenibilità” facilmente monetizzabili.
Gestire la filiera olivicola olearia con soluzioni sostenibili sotto il profilo ambientale ed economico è sicuramente una delle principali sfide da affrontare nell’immediato futuro.