L’uomo assapora il mondo, sente il gusto del mondo, lo introduce nel suo corpo e lo rende parte di sé medesimo.
(Michail Bachtin)
Per favorire una produzione alimentare sostenibile è necessario intraprendere la transizione verso abitudini alimentari sane e promuovere il consumo di cibi prodotti nel rispetto del territorio e del contesto socioeconomico: il primo passo fondamentale è quello di una nuova consapevolezza alimentare.
L’atto di mangiare implica la responsabilità di tutti e di ciascuno, attraverso una grande catena che va dalla Terra al piatto.
Dobbiamo reimparare a mangiare perché mangiare bene significa rispettare sé stessi e di conseguenza l’ambiente in cui viviamo. Non è solo un problema di potere d’acquisto, mangiare bene è prima di tutto un fatto di conoscenza, di apprendimento e di comportamento.
Scegliere di seguire la stagionalità, di consumare prodotti locali, legati al territorio e rispettosi dell’ambiente vuol dire contrastare la massificazione dei consumi e proteggere la natura e i suoi ritmi.
Il dovere di ognuno di noi è quello d’informarsi e di essere responsabili delle proprie scelte, di selezionare con cognizione di causa i prodotti e i circuiti di distribuzione, di avere piena coscienza dell’impatto che le abitudini alimentari individuali hanno sulla salute e sull’ambiente a livello economico, sociale, culturale e paesaggistico.
Dall’olio al vino, dalla frutta alla verdura, dalla carne al pesce, come afferma lo chef Alain Ducasse nel libro “Mangiare è un atto civico” è necessario rendere consapevole il maggior numero possibile di persone intorno a noi per incoraggiarle a rispettare questo impegno e per sviluppare comportamenti che generino innovazioni e creino valore.